PAPERINIK E L'INTREPIDO SIGNORE DEL FUOCO
TOP. 991, 24 ottobre 1974
Martina, De Vita


Archimede consegna a Paperino la sua ultima stupefacente invenzione, gli stivaletti a getto di elettroni che permettono a chi li indossa di camminare sospeso fino a 30 metri dal suolo.
Rientrato a casa, dopo aver collaudato i nuovi stivaletti, Paperino trova lo zio Paperone triste e disperato perchè i suoi consueti guadagni sono scesi di ben un dollaro al mese!
Per consolarsi il ricco zio propone al parentame di campeggiare con lui un paio di giorni nella foresta, assegnando tra l'altro a Paperino un tanto ingrato quanto assurdo compito, cioè scrutare giorno e notte l'orizzonte verso nord, appollaiato sulla cima di un albero in attesa di un misterioso segnale.
Avendo, come di consueto, Paperino rifiutato l'incarico, il ricco zio affida a turno ai nipotini il compito di vedetta e si reca solo con loro nella foresta.
Paperino intuendo qualche sorta di losco affare, ritorna da Archimede dove riprende l'auto ed un'altra interessante invenzione, le piro pillole che producono, quando immerse nell'acqua, un particolare fuoco freddo .
Al calar delle tenebre Paperinik raggiunge nella foresta zio e nipotini, e nascosto nella vegetazione spia le loro mosse.
Non appena il nipotino di vedetta annuncia di aver individuato alcuni segnali luminosi, Paperone si allontana dal campeggio e, ignaro di essere seguito da Paperinik, incontra un losco pellerossa che gli consegna, in cambio di un sacchetto di dollari, la patente di proprietà di un villaggio indiano.
Ritornato all'accampamento, il riccastro spiega ai nipoti di aver scoperto che il territorio indiano si trova sopra un ricco giacimento di petrolio che lui intende sfruttare, dopo aver cacciato e magari assoldato come operai gli indigeni.
Indignati di tanta crudeltà i nipotini si apprestano a ritornare a casa, ma durante il tragitto Paperinik, grazie ai suoi nuovi stivaletti, provoca un'incidente all'auto di Paperone e gli sottrae la preziosa pergamena.
Mentre Paperone e nipotini sconsolati rientrano a casa a piedi, il nostro eroe si reca nel villaggio indiano per riconsegnare ai legittimi proprietari il sacro pacchetto.
Da prima accusato di essere il ladro della pergamena, Paperinik riesce, impressionandoli con il trucco del fuoco freddo, a convincere i pellerossa della sua innocenza, dopodichè smascherato il vero colpevole, rivela agli indiani la questione del petrolio nel loro terreno.
Il giorno seguente Paperino si reca dal ricco zio con un pacchetto, simile a quello che conteneva l'atto di proprietà, dicendogli di averlo ricevuto da Paperinik. Paperone felice apre la pergamena che però beffa delle beffe contiene solo un pugno di mosche.
La vicenda si conclude con la somma gioia dei nipoti, soddisfatti che gli indiani siano rimasti nel loro territorio e che il loro avaro parente abbia subito una sonora lezione.

COMMENTO

La storia graficamente ben realizzata, manca però di mordente risultando nel suo complesso piatta e banale, lontana dalle belle avventure prodotte in genere dall'affiatato duo Martina, De Vita.
Anche l'immagine di Paperone viene esareratamente stravolta facendolo assomigliare, nel suo comportamento privo di scrupoli, al suo meschino rivale Rockerduck. Gli indiani sono invece rappresentati troppo come un gruppo di ingenui creduloni che si lasciano facilmente impressionare da qualche finta magia.

Mi faceva notare un appassionato lettore di fumetti Disney, come in tutte le storie di Paperinik non compaia mai il simpatico aiutante-lampadina di Archimede, chiamato in Italia Edi (il nome in inglese è semplicemente Helper aiutante appunto).
Peccato perchè in genere, soprattutto prendendo spunto dalle storie di Barks e di Don Rosa, l'aiutante usa "scimmiottare" le invenzioni del suo padrone, ritrovandosi coinvolto in curiose situazioni comiche; sarebbe stato interessante per esempio vedere un Edy con un costumino stile Paperinik alle prese con qualche strano marchingegno da laboratorio o con topi e lucertole troppo curiosi.


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